Le normative europee legate alla sostenibilità e alla trasparenza aziendale stanno acquisendo sempre maggiore rilevanza, e comprendono diverse direttive e regolamenti, ciascuno con scopi specifici, ma interconnessi.

La CSRD, la CSDDD, la SFDR e la Tassonomia Europea lavorano insieme per creare un ecosistema normativo volto a promuovere la sostenibilità e la trasparenza aziendale. Le normative si intersecano in vari punti, rafforzandosi a vicenda e garantendo che le aziende europee siano responsabili non solo per le proprie performance finanziarie, ma anche per il loro impatto ambientale e sociale.

Ecco una panoramica delle quattro principali normative:

Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)

La CSRD è un aggiornamento della precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD) e mira ad ampliare e rafforzare gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità per le aziende europee. Entrata in vigore nel 2024, con impatti graduali fino al 2026, impone alle imprese di fornire informazioni più dettagliate e strutturate su vari aspetti della sostenibilità, tra cui fattori ambientali, sociali e di governance (ESG).

Caratteristiche principali:

– Copertura più ampia rispetto alla NFRD, estendendo gli obblighi di reporting a un maggior numero di imprese, incluse quelle di medie dimensioni.

– Richiesta di informazioni su impatti ambientali e sociali, strategie e rischi aziendali legati alla sostenibilità.

– Introduzione di standard di reporting europei uniformi (European Sustainability Reporting Standards – ESRS).

– Allineamento con altre normative europee e internazionali (es. Tassonomia europea e SFDR).

Obiettivo: Fornire informazioni comparabili e rilevanti agli investitori e ai decisori, promuovendo la trasparenza e la responsabilità aziendale riguardo la sostenibilità.

Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD)

La CSDDD è una direttiva che mira a introdurre obblighi di due diligence per le imprese in relazione all’impatto delle loro attività sulle persone e sull’ambiente lungo l’intera catena di valore.

Caratteristiche principali:

– Le aziende devono identificare, prevenire, mitigare e affrontare gli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente causati dalle proprie attività e da quelle della loro filiera.

– L’azienda è tenuta a implementare piani per il clima e la sostenibilità in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

– Responsabilità giuridica per le aziende che non rispettano gli obblighi di due diligence.

Obiettivo: Spingere le aziende a gestire i rischi ambientali e sociali derivanti dalle loro operazioni e dalle catene di fornitura, promuovendo la responsabilità aziendale.

Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR)

La SFDR è un regolamento che riguarda la trasparenza delle informazioni fornite dai partecipanti ai mercati finanziari in merito ai rischi di sostenibilità. Entrato in vigore nel marzo 2021, obbliga le istituzioni finanziarie (ad es. fondi d’investimento, assicurazioni) a fornire dettagli sull’impatto ambientale e sociale dei loro prodotti.

Caratteristiche principali:

– Classificazione dei prodotti finanziari in tre categorie:

– Obbligo di trasparenza su come i rischi ESG vengono integrati nei processi decisionali degli investimenti.

– Contributo al contrasto del greenwashing, fornendo agli investitori informazioni accurate sulla sostenibilità dei prodotti finanziari.

Obiettivo: Aumentare la trasparenza dei prodotti finanziari in termini di sostenibilità, consentendo agli investitori di prendere decisioni informate e stimolando la finanza sostenibile.

Tassonomia Europea

La Tassonomia Europea è un sistema di classificazione che definisce criteri chiari e standard per stabilire se un’attività economica può essere considerata ambientalmente sostenibile. Entrata in vigore nel 2020, fa parte del pacchetto di misure del Green Deal Europeo.

Caratteristiche principali:

– Obiettivi ambientali principali:

– Le attività devono contribuire in modo sostanziale a uno di questi obiettivi e non danneggiare significativamente gli altri (“Do No Significant Harm” – DNSH).

– Integrazione con le normative di reporting (es. CSRD) per garantire che le informazioni fornite dalle imprese siano coerenti con la tassonomia.

Obiettivo: Stabilire una guida per investitori, aziende e politici su cosa può essere considerato un investimento sostenibile, favorendo la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

 Interconnessioni tra CSRD, CSDDD, SFDR e Tassonomia Europea

Allineamento di obiettivi e standard:

– La CSRD obbliga le aziende a rendicontare sui loro impatti ambientali e sociali in linea con la Tassonomia Europea, garantendo che le informazioni fornite siano coerenti con gli obiettivi di sostenibilità definiti dalla Tassonomia.

– La SFDR richiede che le istituzioni finanziarie valutino i rischi ESG nei loro prodotti e fanno riferimento alla Tassonomia Europea per definire e classificare gli investimenti sostenibili.

– La CSDDD, integra le azioni di due diligence che le imprese devono implementare, rafforzando la rendicontazione prevista dalla CSRD e sostenendo gli obiettivi della Tassonomia.

Coerenza normativa:

– La CSRD e la SFDR richiedono entrambe informazioni trasparenti e standardizzate sul comportamento aziendale in termini di sostenibilità. Le aziende devono garantire la coerenza tra i dati riportati nel loro bilancio di sostenibilità e le informazioni fornite agli investitori attraverso i regolamenti SFDR.

– La Tassonomia Europea funge da guida comune per la classificazione delle attività sostenibili sia per la rendicontazione aziendale (CSRD) che per la finanza (SFDR).

Responsabilità giuridica e rischi:

– La CSDDD mira a rafforzare la responsabilità delle aziende lungo l’intera catena di valore, richiedendo una gestione più attenta dei rischi legati a impatti negativi su ambiente e diritti umani. Questo, a sua volta, influisce sulla trasparenza richiesta dalla CSRD e sulla valutazione dei rischi che gli investitori devono considerare secondo la SFDR.

Gestione dei rischi e trasparenza:

– L’integrazione di CSRD, CSDDD e SFDR fornisce un quadro completo per garantire che le imprese non solo identifichino i rischi ESG, ma implementino anche azioni correttive e forniscano informazioni chiare e accessibili ai mercati finanziari e agli stakeholder.

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