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Articolo a cura di Giulia Carchidio

Lo scorso agosto, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato una legge che rappresenta il maggiore impegno del governo statunitense nella protezione ambientale: l’Inflation Reduction Act.

Questa normativa, senza precedenti nella storia americana, mira a ridurre l’inflazione attraverso un programma che prevede, tra le altre misure, ingenti investimenti per garantire la sicurezza energetica nazionale e promuovere l’energia pulita. Ben 391 miliardi di dollari sono stati destinati alla produzione domestica di energia e a interventi contro il cambiamento climatico.

Non sorprende che molti abbiano elogiato questa legge, la quale avvicina il paese al raggiungimento degli standard e degli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi del 2015, prevedendo una riduzione del 40% delle emissioni di gas serra statunitensi entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. Tuttavia, non tutti sono entusiasti dell’Inflation Reduction Act.

Tra i più insoddisfatti c’è l’Unione Europea. Molti ministri dell’Economia dei paesi membri hanno espresso preoccupazione per le misure previste da questa legge e i loro effetti sul mercato globale.

I generosi sussidi garantiti dal governo statunitense rischiano di deviare verso l’America grandi investimenti nel settore dell’energia pulita precedentemente destinati al mercato europeo. Particolare scalpore hanno suscitato gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche, concessi solo se almeno il 40% delle componenti della batteria sono prodotte negli Stati Uniti o se l’automobile è assemblata lì. Questa misura è stata vista come una discriminazione contro le case automobilistiche europee (alcuni sostengono che violi gli accordi dell’Organizzazione Mondiale del Commercio), nonché come un serio rischio di delocalizzazione di massa delle aziende del settore delle auto elettriche.

In risposta, il 1° febbraio la Commissione Europea ha presentato il Green Deal Industrial Plan, una misura strutturata su quattro pilastri volta a sostenere la leadership dell’Unione Europea nel settore delle tecnologie pulite e a garantire la competitività delle aziende europee in seguito agli effetti dell’Inflation Reduction Act.

Il primo punto del piano prevede la creazione di un sistema regolatorio semplificato per azzerare le emissioni industriali europee tramite il Net-Zero Industry Act, che stabilirà chiari obiettivi e regole per le industrie produttrici di tecnologie nella loro transizione ecologica. In secondo luogo, il piano mira a garantire un facile accesso ai finanziamenti europei inutilizzati e alla creazione di un nuovo European Sovereignty Fund, che permetterà alle aziende produttrici di veicoli elettrici di competere con quelle americane. Gli ultimi due punti del Green Deal riguardano la formazione dei lavoratori per adattarsi alle innovazioni del loro settore e l’ampliamento degli accordi di libero scambio per assicurarsi l’approvvigionamento delle materie prime necessarie per questa transizione ecologica.

La tempestività e l’importanza di queste misure adottate dall’Unione Europea dimostrano il suo serio impegno a diventare, entro il 2050, il primo continente a impatto ambientale zero, nonché la sua determinazione a non essere emarginata nel panorama internazionale dello sviluppo industriale e del commercio.

 

Sources

https://en.m.wikipedia.org/wiki/Inflation_Reduction_Act

https://www.affarinternazionali.it/la-risposta-dei-paesi-europei-allinflation-reduction-act/

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_23_510

https://www.whitehouse.gov/cleanenergy/inflation-reduction-act-guidebook/

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